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Festa della Mamma 2025, la maternità in Italia

Questa domenica dovremmo celebrare la Festa della Mamma, ma purtroppo, per troppe madri in Italia, c’è ancora ben poco da festeggiare. Perché essere madri in Italia nel 2025 significa dover combattere ogni giorno per conciliare lavoro e genitorialità, in un Paese che continua a scaricare sulle donne il peso della cura.

Il nuovo rapporto di Save the Children, Le Equilibriste, ci restituisce una fotografia impietosa: il tasso di occupazione delle madri con figli minori è fermo al 58,1%, contro l’86,7% dei padri.

Un divario di quasi 29 punti percentuali che, oltre a rappresentare una disuguaglianza inaccettabile, è un freno strutturale allo sviluppo economico del Paese.

Il report mette in luce le cause che sono sistemiche: servizi educativi per l’infanzia insufficienti, con una copertura nazionale dei nidi che si ferma al 14,2% contro il 33% fissato dagli obiettivi europei; un mercato del lavoro ancora segnato da discriminazioni, precarietà e penalizzazioni legate alla maternità; una cultura aziendale che troppo spesso considera le donne madri come un problema e non come una risorsa.

A tutto questo si somma l’aumento della povertà tra le madri sole: in Italia 1 madre su 5 cresce i figli da sola, e il rischio di esclusione sociale per queste famiglie è altissimo. Come se non bastasse, il carico di cura non retribuito continua a gravare quasi esclusivamente sulle donne, contribuendo al cosiddetto ‘motherhood penalty’ in termini di reddito, carriera e benessere.

Inutile sottolineare come di fronte a questo scenario, occorra un cambio di passo radicale. Il Partito Democratico ha presentato e continua a sostenere in Parlamento proposte concrete per affrontare questo squilibrio. Innanzitutto un piano straordinario per l’infanzia, con investimenti vincolati per ampliare la rete dei nidi pubblici e garantire un accesso gratuito o fortemente calmierato per le fasce più fragili. Un altro tema sul quale ci stiamo battendo è l’estensione e la piena retribuzione dei congedi parentali, riconoscendo la genitorialità come responsabilità condivisa e rimuovendo gli ostacoli economici che oggi colpiscono soprattutto le madri. Infine, abbiamo presentato proposte per
Incentivi strutturali all’occupazione femminile, attraverso decontribuzioni mirate, certificazioni di parità per le imprese, e misure per la flessibilità oraria e il lavoro agile di qualità.
Di fronte all’arretramento culturale e politico di una destra che guarda con nostalgia a un modello di famiglia fondato sulla divisione dei ruoli e sulla marginalizzazione sociale della maternità, noi rilanciamo un’idea diversa di Paese. Un’Italia in cui nessuna donna sia costretta a scegliere tra lavoro e maternità.

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