Skip to main content

PNRR: da rivedere il 48% del Piano

Oggi il Sole 24 Ore fotografa una situazione preoccupante: nel silenzio generale il governo sta riscrivendo 170 target del PNRR, quasi la metà dei 351 mancanti. Le modifiche riguardano in particolare le grandi opere ferroviari, gli investimenti in sanità, le politiche per il Mezzogiorno, la rigenerazione urbana, la digitalizzazione e transizione 5.0.

Una riscrittura che arriva tardi, a pochi mesi dalla scadenza naturale del Piano (2026), e che rischia di trasformarsi in una corsa contro il tempo. E intanto la spesa effettiva, pur arrivata al 72% con l’incasso della settima rata, continua a procedere a rilento rispetto agli obiettivi.

Ma la vera domanda è: perché si è arrivati a questo punto?

Il governo Meloni, fin dall’inizio, ha scelto di mettere in discussione l’impianto originario del Piano, promettendo semplificazioni e razionalizzazioni. Il risultato è stato l’opposto: ritardi, incertezze, riscritture dell’ultima ora. Nessuna visione strategica, solo logica emergenziale e improvvisazione. E intanto il Paese perde tempo prezioso per modernizzarsi, creare lavoro, ridurre le disuguaglianze.

Il Partito Democratico continuerà a vigilare e a incalzare il governo perché il PNRR torni ad essere un’opportunità storica per cambiare l’Italia e non un’occasione persa per colpa dell’inadeguatezza di chi governa. Su temi cruciali come la sanità, la questione territoriale e il trasporto pubblico, il PD continuerà a fare proposte concrete e a incalzare la maggioranza di destra nell’interesse dei cittadini e del Paese.

  • Visite: 151