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Settimana in Parlamento (18 luglio 2025)

Dl Fisco
Approvato in Commissione Finanze alla Camera un emendamento al decreto fiscale che riapre la sanatoria sul passato per chi aderirà al concordato preventivo biennale 2025–2026. È l’ennesimo condono targato destra: premia chi non ha dichiarato tutto e manda un messaggio devastante a chi ha sempre fatto il proprio dovere. Invece di costruire un fisco equo e incentivare la trasparenza, Fratelli d’Italia continua a strizzare l’occhio ai furbetti, minando il patto fiscale tra Stato e cittadini. Come Partito Democratico diciamo ‘no’ a un sistema che colpisce i più onesti e regala scorciatoie agli altri. Serve una riforma fiscale seria, non l’ennesima sanatoria

Memorandum sulla cooperazione militare con Israele
Questa settimana l’Aula della Camera ha respinto la mozione, a prima firma Elly Schlein, Giuseppe Conte e Angelo Bonelli, che chiedeva lo stop al Memorandum sulla cooperazione militare con Israele. Il governo è immobile, e il silenzio della presidente Meloni è assordante e irresponsabile. Noi, con quella mozione, abbiamo voluto affermare un principio chiaro: i diritti umani vengono prima di tutto. 

IN LOMBARDIA

Effetto dazi sulla Lombardia
I nuovi dazi del 30% imposti dagli Stati Uniti su molti prodotti europei rappresentano un colpo durissimo per l’economia italiana. A rischio ci sono fino a 145.000 posti di lavoro, con il 75% dell’impatto concentrato nel Nord Italia. La Lombardia è tra le regioni più colpite: nei settori oggetto dei dazi, l’export verso gli USA supera i 5 miliardi di euro annui. Potrebbero andare in fumo tra i 30.000 e i 35.000 posti di lavoro, specie nelle province di Milano, Brescia, Mantova e Bergamo. Davanti a questi numeri, il silenzio del governo è assordante. Difendere il lavoro e il made in Italy non può essere solo uno slogan: servono risposte immediate, non passerelle o propaganda. Ne parlo in questo post.

Trasporti
Dal 1° settembre scatterà l’ennesimo aumento dei biglietti di Trenord, previsto da una legge regionale che impone ogni anno l’adeguamento dei prezzi. Una norma che si traduce in una scelta precisa: far pagare di più a studenti, lavoratori, cittadini che ogni giorno usano il trasporto pubblico. Milano, invece, ha fatto una scelta diversa: per il secondo anno consecutivo non applicherà l’aumento ISTAT e coprirà i costi senza scaricarli sui cittadini. 

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